LA FRATTURA FRA OIKOS E POLIS COME CONDIZIONE DI INSTABILITÀ DELL’ORDINE SOCIALE E CAUSA DI EROSIONE DEI DIRITTI POLITICI
Keywords:
CITTADINANZA; DIRITTI POLITICI; ORDINE SOCIALEAbstract
Oggetto e rilevanza tematica della ricerca: In un contesto storico in cui la costruzione dello stato sociale rischia di ridursi ad una semplice questione di tecnologia istituzionale, l'uomo vaga errante e senza rendersene conto in terra di nessuno. Infatti, l'erosione della sfera pubblica è collegata ad un fenomeno più ampio che Hannah Arendt, per la prima volta, ha definito con il termine «perdita del mondo». La frattura tra “òikos” (luogo dove viene amministrata la vita nelle sue silenziose necessità biologiche) e “pólis” (palcoscenico dell’esistenza pubblica) determina una rottura profonda all’interno della nostra civiltà. Con la perdita o “erosione” della partecipazione politica, infatti, viene meno anche la struttura stabile attraverso cui è possibile garantire la piena tutela dei diritti politici. In questa prospettiva, attraverso la nozione arendtiana di “politeia”, si cercherà di descrivere e sviscerare quell'aspetto della condizione umana in virtù del quale non si può essere se stessi se non partecipando attivamente alla vita politica della propria comunità di appartenenza. Obiettivi: La sfera pubblica si configura come uno “spazio di presenza” imprescindibile sia per la configurazione della nostra identità personale sia per il riconoscimento di una realtà improntata alla valutazione dell’agire tanto individuale, quanto collettivo. Nella società moderna si assiste ad una profonda erosione di tale sfera. Obiettivo della ricerca è dimostrare come il fenomeno in questione porti le comunità a identificarsi con quella che Foucault ha definito come “identità fabbricata”. Attraverso quest’ultima, la sovranità diviene riflesso condizionato dell'utilità particolare. In un simile contesto, la «nuova ragion di Stato finisce per trovare nel mercato la sua verità fondamentale[2].» Si assiste, così, all’annichilimento del concetto di identità come appartenenza. In uno scenario di questo tipo i diritti politici sembrerebbero svuotarsi di ogni significato. Metodologia: L’approccio che si intende adottare è di tipo comparatistico e assimilante. Infatti, non si può prescindere dalla letteratura straniera in materia. Le questioni focali risultano oltremodo attuali e meritevoli di approfondimento. Si vedano, ad esempio: H. Arendt, Men in Dark Times, Harcourt Brace, New York, 1968; M. Foucault, Il faut défendre la société, SEUIL, Paris, 1997; T. H. Marshall, Citizenship and Social Class, Pluto Press, London, 1987. Ipotesi iniziali e risultati finali: Il concetto di “cittadinanza attiva” si rivela condizione determinante ai fini della piena tutela e garanzia dei diritti politici. In virtù di ciò, la percezione di “individuo” tipica della società capitalistica dovrebbe proiettarsi in quella di “membro”, cioè di soggetto in quanto parte di una comunità. Solo in questa prospettiva, infatti, la caducità umana può essere in parte trascesa attraverso la partecipazione collettiva e la memoria degli accadimenti storici.